Gaziano era un giovane pastore e adorava le sue pecore. Le portava sempre al pascolo nei luoghi più belli, sui dolci declivi dell’Aspromonte tirrenico, da cui, sonnecchiando all’ombra di un grande albero, poteva vedere il mare.
Un giorno, mentre riposava sotto le fresche fronde di una quercia, suonando distrattamente il suo flauto, Gaziano vide davanti a sé una figura di donna di eccezionale bellezza che veniva dalle azzurre acque del Tirreno.
Si stropicciò gli occhi, pensando ad una allucinazione, e infatti lei scomparve come un’eterea visione, anche se lui non era convinto che fosse tutto frutto della sua immaginazione.
Da quel giorno l’immagine della splendida fanciulla gli apparve, come in sogno, in diverse occasioni. E tutte le volte lui cercava di raggiungerla, senza risultato, così cominciò a lasciare una rosa in ogni luogo in cui gli pareva di vederla, come pegno d’amore.
Arrivò il momento in cui l’amore di Gaziano divenne così forte, che il giovane pastore decise di costruire una zattera e andare per mare, cercando di trovare finalmente la donna che gli aveva rubato il cuore.
I venti e le correnti non lo scoraggiarono affatto e lui continuò a resistere, benché a stento, finché non si ritrovò sull’isola di Stromboli. Qui, ospite del dio dei venti, Eolo, passò ben sette anni, apprendendo i segreti della navigazione e della pesca. 
Il divino ospite, mosso a compassione dalla dedizione del giovane, decise di aiutarlo e di svelargli che la donna dei suoi desideri non era in effetti una mortale, ma una delle ninfe di Teti, regina delle acque. Per arrivare a lei, dunque, Gaziano avrebbe dovuto ottenere il favore della madre.
Rinvigorito dalla speranza di poter finalmente raggiungere la sua amata, si rimise in viaggio per tornare sulle sponde calabre e offrì a Teti un sacrificio a lei gradito chiedendole di fargli vedere la bellissima ninfa a cui ormai aveva dedicato il suo cuore.

Teti fu generosa e glielo concesse.
Dalla spuma del mare apparve improvvisamente una scintillante conchiglia dalla quale si alzò la fanciulla. 
Lui allora cadde in ginocchio, confessandole tutto il suo amore, che nei sette anni passati aveva continuato a crescere a dismisura. Ma lei non parve esserne minimamente turbata. Si limitò a guardarlo senza parlare e sparì nuovamente.
Tante e tali furono le lacrime di Gaziano, da riempire il letto di un fiume, presso il quale venne fondata la città di Bagnara, i cui abitanti sono abili navigatori e pescatori.