Fabio Franco

Ciao, chi sei? Parlaci un po’ di te…

Mi chiamo Fabio, 45 anni, esercito la professione di avvocato in Reggio Calabria. Socio della sezione reggina del Club Alpino Italiano, appassionato di escursionismo e letteratura. 

Da quanto tempo ti dedichi all’escursionismo?

Da circa un anno pratico escursioni in maniera saltuaria. Purtroppo impegni di vario genere non mi consentono una frequentazione più assidua della montagna. Tuttavia riscontro che, da quando ho iniziato, l’interesse per questa pratica si è rafforzato ulteriormente; segno che il bisogno di intraprendere un cammino, nel mio caso, non scaturisce da una semplice esigenza di impiegare diversamente il proprio tempo, quanto piuttosto dalla ricerca sentita di emozioni che la contemplazione della natura può suscitare.

Come hai cominciato?

Ho iniziato per via di una forte e improvvisa curiosità. Quella curiosità quasi infantile di conoscere il mondo, sia pure in una prospettiva naturalistica e in una dimensione locale. Da allora ne è nata una passione che coltivo saltuariamente non solo percorrendo gli itinerari ma documentandomi sulle esperienze vissute attraverso i sentieri.

Cosa ti piace dell’Aspromonte?

Potrei rispondere banalmente che mi piace la montagna aspromontana, la flora e i panorami suggestivi. In realtà la domanda merita una risposta che colga il significato autentico di questo territorio. L’Aspromonte è espressione massima dell’identità dei luoghi che hanno un vissuto millenario e che mantengono, in parte, le loro caratteristiche antropologiche, culturali e territoriali nonostante l’avanzata ineluttabile della modernità. Luoghi che continuano a stupire.

Consiglieresti ad uno “straniero” di venire in Aspromonte o pensi debba rimanere un posto per pochi?

Considerare l’Aspromonte un posto per pochi lo esporrebbe a logiche perverse. L’Aspromonte è patrimonio di tutta l’umanità. Esistono alcuni associazioni culturali, ambientali ed escursionistiche, nonché imprese locali di turismo sostenibile che svolgono un lavoro incessante e meritevole di promozione del territorio. Costoro hanno il merito di aver trasformato l’Aspromonte da terra di nessuno a territorio di tutti e di quanti vogliono scoprire le risorse che in grado di offrire.

Quali sono le problematiche che riscontri quando vai in escursione?

Credo l’uso eccessivo della fotocamera da parte di molti escursionisti (me compreso). La fotografia è parte importante di un’escursione perché “cattura” l’istante e il ricordo, anch’esso, suscita emozioni. Occorre, però, che la pratica di fotografare non interferisca continuamente con l’esigenza di osservare e percorrere un cammino secondo una visione contemplativa, quasi spirituale.

E i punti di forza?

L’entusiasmo di condividere tutti quanti l’esperienza del camminare e la capacità organizzativa di colei/colui che guida. La soddisfazione che traspare nel volto degli escursionisti al termine della giornata ne è il risultato finale.

Il ricordo più bello…

L’escursione nel bosco di Rudìna, organizzata e intrapresa lo scorso 13 ottobre dal Gruppo di promozione territoriale Kalabria Experience e le varie associazioni escursionistiche e ambientaliste, per la finalità di beneficenza a favore della Fondazione Hospice e in ricordo di Elita. E’ stata un’iniziativa che ha raccolto molte adesioni e alla finalità escursionistica-culturale si è aggiunta quella solidaristica. E’ stato un momento intenso in cui si è percepito il valore autentico della comunità e della generosità presente nel nostro territorio.

C’è un posto in particolare che vorresti visitare appena possibile?

Roghudi. Un borgo pittoresco e abbandonato sito in una vallata dallo scenario unico e straordinariamente suggestivo.

Uno in cui torneresti volentieri?

L’escursione di Precacore organizzata da Magna Grecia Outdoor. La fatica del percorso è stata ampiamente ripagata dalla bellezza incantevole del territorio vissuta insieme a un gruppo di escursionisti appassionati e generosi.

Il tuo augurio più bello a tutti i camminatori.

L’augurio rivolto agli escursionisti è quello di alimentare l’entusiasmo del cammino, perché attraverso di esso e il contatto con la natura – come sosteneva Thoreau – è possibile percepire il senso stesso della vita.

Grazie, a presto vederci per sentieri!