Luca Racinaro e Dafne

Ciao, chi sei? Parlaci un po’ di te…

Ciao sono Luca, un Medico Veterinario ex studente di scienze naturali ed oggi ho la fortuna di abitare al mare e lavorare in montagna, girando un po’ tutta la Calabria condividendo pasti, sonni e risate con le splendide famiglie di clienti ed amici che allevano tenacemente animali da fattoria da generazioni in Calabria.

Da quanto tempo ti dedichi allescursionismo?

Credo 29 anni, ovvero quando ancora ragazzino affiancavo il gruppo di escursionisti delle mie sorelle (scout/escursioniste) con il celeberrimo “Spillo” (Alfonso Picone); per poi continuare in modo più frequente ma anche “solitario”(6 zampe) dalla patente in poi (1993).

Come hai cominciato?

In effetti già prima di far escursioni, ho avuto la fortuna di frequentare (a 7 anni) “Uomini d’altri tempi “, ereditando la passione per la natura e gli animali, andando a caccia con loro e pur non condividendo la caccia già da allora, ne imparavo ritmi, colori ed odori… rimpiango quel loro atteggiamento, quella natura, quel rispetto, quell’impatto antropico ancora sostenibile. 

Cosa ti piace dellAspromonte?

Il suo essere variegato, “mai banale” anche nelle asperità, complesso anche nella sua viabilità seppur pessima, poliedrico nei suoi mille colori, multiforme e vario nei sui ambienti, diversificato in mille atmosfere naturali e colturali.

 Consiglieresti ad uno straniero di venire in Aspromonte o pensi debba rimanere un posto per pochi?

Ritengo sia fondamentale condividere il nostro Aspromonte per sostenerlo e promuoverne realmente la valorizzazione, supportarlo con avventori ben pensanti ed evoluti. L’orografia del territorio già di suo non consentirebbe eccessivi sfruttamenti e/o stravolgimenti, quindi non ritengo debbano esistere remore in tal senso.

La Calabria è meravigliosa, spesso però – nei millenni – sono stati inappropriati i calabresi, figli ed eredi di una Magna Grecia rappresentata da città Stato spesso belligeranti tra loro. Conseguentemente ci siamo evoluti con l’attitudine ai conflitti intestini, è quindi nostro dovere sgrezzare e limare questi spigoli comportamentali dei nostri custodi del territorio.

Quali sono le problematiche che riscontri quando vai in escursione?

Sporcizia, scarsa segnaletica e attentati paesaggistici: Chi ha garantito e mantenuto il presidio della nostra terra, con tenacia ed adattabilità incredibili, non ha però sempre difeso la dignità dei paesaggi… recinzioni / reti di materasso, lamiere, mattoni a vista e travi della speranza, esprimono poco rispetto e poca dignità di intenti (anzi per nulla) per i paesaggi. Si è spesso sfruttato il territorio come se non ci fosse un limite a tale opportunità. La resilienza che ha trattenuto sparute popolazioni a presidio del territorio, sembra oggi incompatibile con l’adattamento alle evoluzioni dei consumatori e delle società moderne, ovvero ospitalità organizzata e dignitosa, tracciabilità alimentare sono ancora troppo poco seminate/attecchite, tra i nostri “hoster”(imprenditori del turismo) . Proprio per tali ragioni è indispensabile che la caparbietà delle nuove generazioni di calabresi compensino queste incapacità e producano le evoluzioni indispensabili e con ciò mi riferisco ai nuovi imprenditori dell’ospitalità.

E i punti di forza?

Territorio isolato, poco antropizzato, socievolezza “ad iceberg” * dei nostri custodi, hanno costruito i presupposti per un “Eden” che mezzo mondo potrebbe invidiarci o voler condividere…

Il ricordo più bello

Ogni tratta notturna ed ogni avvistamento fortuito di animali selvatici.

C’è un posto in particolare che vorresti visitare appena possibile?

Cascate Mundo Galasia

Uno in cui torneresti volentieri?

Cascate Formichine

Il tuo augurio più bello a tutti i camminatori.

Spegnere tutto tranne che i sensi… provare a gustarsi l’Aspromonte in solitaria, ma anche tornare a visitare in solitaria ciò che gustiamo ed apprezziamo assieme, come quando si torna a leggere la pagina di un libro al quale ci leghiamo e che vogliamo fissare nella memoria.

* : …apparentemente glaciale, che va sciogliendosi celermente come un calippo sotto il sole d’agosto, con una emotività che va palesandosi gradualmente dalla punta verso una base immensa di empatia.