Inutile dire che in questi giorni si fa un gran parlare di come dovrà essere il ritorno alla “montagna”.
Ci sono idee, proposte, supposizioni, speranze…
Di ieri la proposta di Federparchi con alcune linee guida sulla ripresa delle attività nei parchi italiani.
In breve, un visitatore dovrà:
- Prenotare la visita in anticipo
- Avere una temperatura corporea inferiore a 37,5°C
- Indossare la mascherina per tutta la durata della visita (tranne che in escursione, nei tratti particolarmente faticosi per il rischio di alcalosi)
- Indossare guanti monouso per tutta la durata della visita
- Igienizzare le mani
- Mantenere una distanza di 2 m dal prossimo visitatore
Sempre tenendo bene a mente che, ovviamente, la natura non è fatta solo dai parchi e che le guide non sono solo le guide del parco, in linea di massima si potrebbe pensare che siano prescrizioni sensate. Insomma, andare a fare un’escursione con la febbre non è granché consigliabile (anche se non è compito della guida munirsi di scanner per misurarla!), giusto l’uso della mascherina quando si è nei centri visita o in sosta, sacrosanto igienizzare le mani. Ma io questa storia dei guanti, proprio non riesco a mandarla giù.
Tralasciando le battute da osteria a cui qualcuno si è lasciato andare improvvisandosi grande umorista, trovo che indossare i guanti in escursione sia ridicolo. Già l’uso dei guanti in sé, se non sul luogo di lavoro e nelle strutture sanitarie, mi pare non solo superfluo, ma altresì pericoloso.
Indossare questi dispositivi monouso ci trasmette un falso senso di sicurezza, facendoci credere che già solo per il fatto di averli siamo al sicuro da tutto ed è un attimo che appoggi le mani sul carrello e, subito dopo, ti aggiusti la mascherina sulla bocca. Tadà. Attenzione, non è un’ipotesi, è una scena a cui ho assistito già più e più volte. Un signore stava addirittura per leccarsi le dita guantate nel tentativo maldestro di aprire una busta della spesa. Da film horror. Ha davvero senso produrre tonnellate di rifiuti in più per qualcosa che non solo non ci serve, ma si può ritorcere contro di noi? Ormai la boccetta di igienizzante ha quasi preso il posto del cellulare nelle nostre borse e nelle nostre tasche. Se ci si pulisce le mani prima di cominciare l’escursione in natura, quindi il posto più sicuro da questo punto di vista, davvero non è sufficiente?
Temo che si stia sottovalutando l’impatto ambientale che questa ricerca insensata di sicurezza sta provocando. Sia chiaro, io sono per la prudenza! Ma in maniera responsabile. Ed essere responsabili significa avere delle responsabilità anche nei confronti della terra. Se prima sui sentieri trovavamo la confezione del succo vitaminico di qualche ciclista “sbadato”, quanti guanti e mascherine troveremo adesso? Pensate che tutti saranno ligi e li conserveranno fino alla fine, considerato che si romperanno al primo incontro con un qualsiasi arbusto?
Quindi, controproposta di linee guida per le escursioni in natura:
- Prenotazione caldamente consigliata per poter creare dei gruppi contenuti
- Temperatura corporea a carico dell’utente (!)
- Uso di mascherina quando in sosta (rigorosamente LAVABILE però, NON usa e getta)
- Obbligo di igienizzare le mani alla partenza e di avere un gel con sé
- Distanza di 2 metri (questa è facile, gli spazi ci sono)
Sono disponibile ad ottemperare a quali che siano gli obblighi che lo stato vorrà imporre in materia di contenimento, ma mi oppongo fermamente all’utilizzo di dispositivi usa e getta (soprattutto) per fare escursioni naturalistiche che sono, per vocazione, parte di uno stile di vita totalmente agli antipodi.
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