Del perché ognuno vi dirà il vero, ma non necessariamente la verità.

Il mio svezzamento alla montagna è avvenuto relativamente presto. Avendo la fortuna di vivere in una regione nella quale puoi arrivare dal mare a 1300 m in tre quarti d’ora, è facile pensare che, quando in città cominciava a fare troppo caldo, i giorni di festa con parenti e amici si passassero proprio in mezzo ai boschi.

Certo, ripensando a quei periodi (erano i ruggenti anni ’80/’90) con il senno di poi, ci sarebbe da ridere e inorridire, ma posso dire di essere comunque legata a quei ricordi di pasquette sgarrupate (forse un giorno ne parlerò!).

Con il passare degli anni, è chiaro che il mio punto di vista sia molto cambiato. Sono passata da timida bambina con la tuta in acetato a rigida adolescente in divisa da scout e infine a donna in direzione ostinata e contraria, perché uno sguardo critico porta molte domande e, se non ti fai delle domande, difficilmente potrai avere delle risposte.

Ma la domanda che più di tutte mi mette in difficoltà quando si parla di escursioni è: qual è il modo giusto di farne una? Quali sono le regole da seguire?

Alcune regole è davvero facile elencarle, come non sporcare, per esempio. Non importa se la buccia di banana sia biodegradabile, non sta bene lanciarla a bordo sentiero; oppure non vandalizzare segnaletica e strutture incontrate sul cammino, questa sembra piuttosto scontata, ma si potrebbe restare sorpresi…o non manipolare gli animali selvatici e, anche qui, ci vorrebbe una disquisizione a parte.

Quando, invece, mi chiedono se sia giusto fare le classiche “mangiate” o farsi un po’ trascinare dalla goliardia mentre si è immersi nel bosco io rispondo: non lo so.

Non so se sia giusto. So che spesso unisce le persone.

È vero, fare un’escursione in natura serve a connettersi con la terra, con il territorio, con il nostro io più profondo e, in effetti, ognuno sceglie di viverla in maniera del tutto personale. C’è chi chiacchiera tutto il tempo, chi scatta bellissime fotografie, chi si isola nei propri pensieri… Ma è così sbagliato affiancare a questa connessione quella con i nostri compagni di avventura?

Nei boschi è importante non disturbare gli animali. Noi spesso non li vediamo, ma sono lì, a casa loro. Accade però, a volte, che due persone, che magari si sono appena conosciute, sentono il desiderio di cantare insieme per esprimere la gioia di condividere il cammino. È doveroso impedirglielo? Se l’escursionista che produce il formaggio, vuole condividere con gli altri i suoi prodotti e il vicino, per non essere da meno, porta lo sformato fatto a posta per l’occasione dalla suocera, dovremmo dire di no perché non è salutare? Non lo so.

So che mi piace sentire la gente cantare, cercando di tenere un volume adeguato, so che mi piace vedere gli occhi fieri quando si tira fuori dallo zaino il vino fatto con le proprie mani o la crema di carciofi preparata perché sanno che è il tuo ortaggio preferito…vorrà dire che ci riposeremo mezz’ora in più prima di riprendere il cammino. Mi piace che, tra un panorama e una pianta endemica, ci si metta d’accordo su cosa si potrà condividere la prossima volta.

È giusto? Non lo so. È bello, però.

E non è forse la bellezza quella che cerchiamo?

A.L.

Categorie: Treklife

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